Le Interviste: Elisabetta Dessì

Dopo l'intervallo del periodo estivo, riprendiamo la pubblicazione delle interviste con una giovane, Elisabetta Dessì: psicologa, creativa e poetessa



Trovo particolarmente interessante il connubio tra psicologia e arte presente nei tuoi progetti, ma è nato prima l'interesse per gli studi in psicologia o la passione per l'arte?

La passione per l'arte ce l'ho da ragazzina, ho deciso di iscrivermi in psicologia solo intorno ai 17-18 anni. La decisione di andare all'università è stata in qualche modo una scelta responsabile, che ha prevalso sulla tentazione di provare a seguire un percorso artistico. C'è anche da dire che essendo sempre stata diligente negli studi, il fatto di proseguire dopo il diploma è stato quasi automatico, inoltre la psicologia era una materia che mi interessava e mi piaceva molto. In realtà poi, durante il percorso formativo ho fatto anche altro: integrazione scolastica, esperienze assieme a ragazzi con autismo, tanto che ancora oggi  collaboro con associazioni che operano in quel campo.
Il pallino dell'arte però è sempre rimasto: da un lato una creatività manifestata attraverso la manualità, dall'altra la poesia.
L'idea di mettere insieme arte e psicologia per la realizzazione dei miei progetti è nata molto dopo, alla fine del ciclo di studi.


Partiamo dalla scrittura: ami particolarmente la poesia e nel tempo hai pubblicato diversi libri, l'ultimo s'intitola "La mia gatta è sul tavolo"; parlaci delle poesie che contiene, di cosa ti ha ispirato e come hai deciso il titolo del libro.

Ero indecisa tra due titoli: mi piaceva "Matrioska" ma lo avevo già utilizzato per il progetto del laboratorio di cucito (ndr: vedi più avanti), così ho pensato al fatto che quando mi metto a scrivere la mia gatta sale sul tavolo e rimane per tutto il tempo con me, unica testimone di quel momento. Trovo che questo titolo sia anche un po' ironico, accompagnato da un'illustrazione altrettanto ironica di Laura Farris, e mi piaceva perché nella mia poesia cerco sempre di mettere anche un po' di ironia. Io sono un po' contro lo stereotipo che vede il poeta, triste, chiuso in casa a scrivere, un po' piegato su se stesso o con la gobba come Leopardi, perché in tanti se lo immaginano così. A me piace invece pensare che la poesia sia qualcosa di vivo e al suo interno debbano trovare posto anche l'ironia e l'allegria, quindi pensare alla mia gatta come unica testimone della scrittura e metterla in copertina con la divertente illustrazione di Laura, mi sembrava il modo migliore per presentare questa  raccolta di poesie.

All'interno del libro ci sono poesie dell'ultimo anno, scritte in prevalenza per questo progetto, ispirate da situazioni, esperienze, storie che possono riguardare la mia vita o quella di qualcun'altro. L'obiettivo che mi son posta era quello di riuscire a portare un po' di freschezza all'interno del libro: c'è sicuramente molta profondità ma anche la leggerezza nella scrittura, nell'affrontare la quotidianità con un po' di spensieratezza; attraverso la poesia ce lo si può permettere. La vita è già abbastanza pesante con le difficoltà che quotidianamente comporta e nel momento in cui scrivo cerco di liberarmi da questa pesantezza e quindi tirare fuori quell'aspetto umoristico che si cela anche nelle situazioni difficili.


Nella prefazione di Carmen Salis del tuo libro si dice: "E' sempre esistito un rapporto tra poesia e musica: suono e parole hanno in comune la forza dell'espressione, il ritmo e il tempo. E capita spesso che nel campo musicale si identifichino cantautori che riescono a far incontrare la musica con la poesia".

La mia passione per la poesia è successiva alla passione per i testi delle canzoni, quindi per la musica. Da ragazzina mi conservavo sempre i soldi per comprare i dischi e prima ancora di ascoltare la canzoni aprivo i libretti e leggevo i testi, se erano in inglese li traducevo subito, allora non si trovavano le traduzioni con la facilità di oggi.
Per gran parte delle persone la musica vince sempre sul testo, ma non per me.
Sono cresciuta con cantanti come Robbie Williams, Cesare Cremonini, Samuele Bersani, ascoltavo le loro canzoni e quindi mi sono appassionata ai loro testi; solo più tardi è venuta la conoscenza e l'approfondimento attraverso i testi di Alda Merini, di Emily Dickinson.
Così ho iniziato a scrivere pensando alla possibilità che il testo potesse anche essere utilizzato per comporre una canzone, e da allora le mie poesie sono costruite partendo da una strofa seguita da un ritornello poi da un'altra strofa, e così via.
Mi piacerebbe veramente tanto se qualcuno dei miei testi potesse un giorno diventare una canzone.  


Quando passeggio per le strade di Cagliari con la fotocamera in mano, la mia mente si perde nell'osservare tutto ciò che mi circonda, le persone, la bellezza di alcuni scorci della nostra città, i dettagli che normalmente sfuggono allo sguardo, e dimentico momentaneamente ogni problema: cosa provi quando scrivi?

Sicuramente un senso di liberazione, scrivere è liberatorio, indipendentemente dal sentimento che c'è alla base delle scrittura, perché posso scrivere quando sono triste ma anche quando sono allegra. Scrivere un pensiero o anche un  diario, per me è molto importante, mi serve per riordinare i pensieri, dare senso a un'emozione vissuta in un determinato momento. A volte la quotidianità ti porta a correre, scrivere mi costringe a fermarmi e riflettere su quel momento; tendenzialmente sono una che corre, che si fa scivolare tutto apparentemente, però poi le cose mi ricadono addosso quando meno me l'aspetto. Quindi fermarmi, dedicare un po' di tempo a me attraverso la scrittura mi serve per fare ordine nella mia mente e liberarmi.


Attraverso quale metro di giudizio valuti le tue poesie?

In genere le cose migliori vengono fuori in dieci minuti, quando ci sto troppo vuol dire che qualcosa non va, non era poesia; paradossalmente faccio più fatica e probabilmente non è il momento giusto. Nel tempo mi sono resa conto che  le cose scritte di getto si rivelano essere quelle più sentite, si crea un legame tanto che poi mi piace rileggerle, mi riportano a quel momento a quell'ispirazione e sono anche quelle che con più facilità finiscono nelle raccolte pubblicate.


C'è una poesia tra quelle del libro alla quale ti senti maggiormente legata?

La prima che mi viene in mente è "Psicoterapia", che è un po' il riassunto degli ultimi anni della mia vita, un momento nel quale ho capito grazie al mio percorso di studi che avevo bisogno d'aiuto, l'aiuto di uno psicologo perché mi sono resa conto che c'era una difficoltà che andava affrontata, un aspetto che non potevo affrontare da sola.
L'aiuto di un professionista mi ha permesso di scoprire un mondo sconosciuto su di me e su gli altri, non mi ha aiutato esclusivamente a superare la difficoltà, ma mi ha fornito gli strumenti necessari per  affrontare nuovamente quelle situazioni.
Nella poesia parlo dell'importanza che ha avuto quel periodo, della sofferenza che ha significato, ma c'è anche quell'ironia di cui parlavo prima quando dico: "Io preferisco restare a casa. Sdraiata sul divano con Penny ", Penny è la mia gatta.  



Per me è stato importante scrivere questo testo, parlare di questa esperienza, superando i tabù che ancora esistono, la paura di dire che si è ricorsi allo psicologo: lo "strizzacervelli", sdoganare questo luogo comune per il quale si va dallo psicologo solo quando si è profondamente disturbati, un caso clinico disperato: le sedute di psicoterapia servono anche quando si ha semplicemente voglia di stare meglio di come si sta.



Oltre alla poesia tu curi le attività del Laboratorio Sociale di cucito creativo "La Matrioska", parlaci di questo splendido progetto che hai ideato e porti avanti da alcuni anni.

E' stato ideato circa tre anni fa, partendo dalla passione per i cucito che ho sin da ragazzina e che mi è stata tramandata da nonne e zie. L'ho chiamato "La Matrioska", una figura che per me rappresenta l'abbraccio: una madre con tanti figli al suo interno è un'immagine di accoglienza.
Per quanto riguarda la base teorico-scientifica mi sono ricollegata a Vygotskij e Bruner, autori che ho sempre ammirato e apprezzato molto. Attraverso questo laboratorio di cucito propongo un percorso creativo ed educativo per il bambino, che si trova a misurarsi con un'attività sicuramente insolita per questi tempi, ma estremamente valida dal punto di vista cognitivo. Oltre alla manualità, il cucito sollecita la memoria perché il bambino deve imparare dei punti,  deve seguire un ordine, una procedura in quello che fa e deve rimanere concentrato; una serie di aspetti che gli consentono di crescere dal punto di vista psicologico, cognitivo e anche sociale perché è un contesto di gruppo dove il bambino oltre a misurarsi con le proprie capacità, si confronta con l'altro e impara a chiedere aiuto se ne ha bisogno e pazienza se si sbaglia...si può sempre ricominciare.
L'esperienza fatta in questi anni mi consente di credere fortemente in questo progetto: i bambini reagiscono in maniera molto positiva, si divertono e si meravigliano di ciò che riescono a fare. E' un percorso in cui hanno la possibilità di scoprirsi e far emergere la loro individualità, grazie all'oggetto fatto a mano che è sempre unico.


Questo progetto si prefigge di dare un aiuto anche a bambini con bisogni speciali.

Può essere un'occasione. Per i bambini con bisogni speciali è indispensabile che il lavoro sia individuale, l'ho sperimentato all'Associazione Peter Pan di Sestu con la quale ho fatto delle esperienze assieme a ragazzi con autismo,  e anche con i ragazzi dell'Associazione CodiceSegreto  che sono affetti dalla sindrome di  down.
In un contesto protetto come quello delle associazioni, con un programma studiato specificatamente per le esigenze dei ragazzi, ho avuto dei riscontri positivi: hanno sempre reagito bene all'attività che proponevo, dimostrando - ciascuno con le proprie difficoltà e risorse - capacità di concentrarsi per portare a compimento un compito assegnato.

La collaborazione con Codice Segreto sta proseguendo anche quest'anno. E' molto bello scoprire che i ragazzi sono contenti di riprendere questa esperienza, che ricordano molte delle cose che avevano visto, tanto che dopo i primi incontri ci stiamo già ponendo altri obiettivi. Con la coordinatrice delle attività dell'associazione stiamo lavorando per far realizzare ai ragazzi delle creazioni da portare a un evento natalizio: è un'ottima occasione per avvicinare, sensibilizzare le persone alla disabilità, abbattere le barriere e l'indifferenza, far conoscere le attività e l'importante lavoro portato avanti da questa associazione.
Sono molto contenta. Sono percorsi, opportunità, che portano i loro frutti.



La tua passione per il cucito ti ha portata anche a realizzare nel tempo libero, portachiavi, spille, shopper, piccoli quaderni per appunti, segnalibri, piccole creazioni realizzate a mano con scampoli di stoffa, fettucce, bottoni e altro materiale prevalentemente di riciclo.

Ho cominciato a cucire queste bamboline ispirate alle matrioske,  per migliorare nel cucito e imparare nuovi punti; visto poi che con la pratica mi riuscivano sempre più carine  ho pensato: perché non proporle in qualche mercatino?
Così mi sono iscritta e ho partecipato alle primissime edizioni del CCM (Creative Corner Market), grazie allo spazio datomi dagli organizzatori e al riscontro positivo da parte dei visitatori della manifestazione. Subito dopo sono iniziate ad arrivare le richieste da parte di amiche e conoscenti, per regali di compleanno e pensierini, così sono andata avanti. E' un'attività iniziata per caso, come un gioco, e ancora lo è, anche se ultimamente non ho fatto tantissimi mercatini, ma è una cosa che mi piace: ti confronti con altri creativi, parli con tante persone, impari a conoscerle, a conoscere le loro storie. Per me è una valvola di sfogo, di distrazione, di svago, ma può rappresentare anche una piccola possibilità in più, di questi tempi vale la pena di sfruttare tutte le carte a disposizione...non si sa mai.




Ho notato con piacere che nel portare avanti le tue attività ti sei avvalsa della collaborazione con alcune creative di Cagliari: Maria Laura Farris - Psyco Laurina; Giulia Marini; Valentina Schirru e Nicoletta Cogotti - COLORS Cagliari a Colori; Milena Mudu - Milena Emme.

Mi ero promessa che se avessi pubblicato qualche cosa mi sarei portata dietro qualcuna delle mie amiche, secondo me è importante fare rete. Faccio tante cose, ma sono consapevole di non essere in grado di fare tutto. Quando ho deciso che il mio libro doveva avere un'illustrazione in copertina, ho chiesto a Giulia se conoscesse qualcuno e lei mi ha consigliato Maria Laura che collabora con Mockup Magazine. Poi mi serviva qualche foto e ho chiesto a Valentina che mi ha subito confermato la sua disponibilità. Poi mi serviva un'introduzione per il libro e ho chiesto a Giulia: "Me la scriveresti?", la risposta è stata: "Ne sarei onorata".
E' molto bello che tutte queste persone abbiano risposto positivamente e con entusiasmo alla mia richiesta, cosa per niente scontata, e sono grata a tutte loro.




La collaborazione con Milena è molto più recente. Conosco Milena da anni e in passato mi sono rivolta a lei per lavori di altro tipo. Mi piace come lavora e apprezzo molto le sue illustrazioni: le sue ladies dagli occhi strabuzzati...Anche l'illustrazione che ha realizzato per me ha gli occhi strabuzzati!
Avevo il desiderio, ancora, di fare rete, di sperimentare dei modi nuovi per far conoscere la mia poesia. Così è nato il progetto attraverso cui Milena ha disegnato il suo "abbraccio", affiancandolo a uno dei miei versi. 
Al momento l'illustrazione è andata a decorare delle shopping bag che, in edizione limitata, sono disponibili da Recyclerie, un piccolo negozio vintage di Cagliari che mi ha dato accoglienza e continuamente propone tanti e meritevoli artisti Sardi.



Se rifletti su quante difficoltà devono affrontare oggi i giovani che vogliono portare avanti un loro progetto, anche quando c'è tanta passione e impegno, cosa pensi possa essere fatto per dargli una mano a realizzare i propri sogni?

Manca sicuramente apertura mentale. Quando un ragazzo rappresenta la sua voglia di impegnarsi in un progetto creativo, viene subito scoraggiato: ma dove vuoi andare, metti i piedi per terra, è una cosa troppo grande, non è un lavoro, non puoi vivere di questo.
Poi ci vorrebbe più sostegno per chi inizia. Ho conosciuto una ragazza che avrebbe voluto tanto vivere della sua arte ed è andata via dall'Italia perché nonostante l'impegno non riusciva a mettersi in regola; ho visto altri aprire un'attività e chiuderla dopo un breve periodo cercando esclusivamente di riuscire a pareggiare i conti prima di farlo, per non avere strascichi in futuro.

E' un vero peccato perché ci sono persone di talento, che hanno studiato, che hanno idee valide, che dovrebbero essere incoraggiate e sostenute nella fase di avvio della propria attività, e invece sono talmente scoraggiate da pensare che l'unica possibilità concreta di potersi assicurare un sostentamento sia quella di mandare curriculum ai tutti i market della zona...


Se dovessi raccontarti agli altri in poche parole: chi è Elisabetta Dessì?

Io sono una psicologa, creativa, poetessa.
Non sento di avere un'unica grande vocazione, ho sempre seguito quella degli studi e per questo motivo sono diventata psicologa, percorso di cui vado fortemente fiera, però ciò che spero è di riuscire sempre di più a poter conciliare la mia formazione accademica con le mie passioni e con l'arte.





In chiusura consentimi di spendere due parole per ringraziare la Casa Editrice "Amico Libro" con Carmen Salis, Roberto Sanna e Pippo Bellone, una realtà che nonostante le tante difficoltà che oggi esistono per le piccole case editrici, sta dando molte possibilità agli autori sardi. Un'entità culturale che non si limita alla pubblicazione di testi ma si propone più in generale di promuovere e diffondere la letteratura.


News:


Amazing*us in collaborazione con Elisabetta Dessì per la prossima edizione del Creative Corner Market - Halloween, ha lanciato il contest di poesia:
"SCARE & PHOBIA" con tema: La paura.
Tutti i testi che parteciperanno andranno a realizzare una installazione temporanea che contribuirà ad abbellire le pareti dell'ex Liceo Artistico, sede che ospita l'evento.
In premio buoni omaggio da spendere presso la libreria Il Bastione e la libreria Tiziano di Cagliari.
Per informazioni, regolamento e adesioni scrivere a: amazingus.info@gmail.com







Dal 25 Novembre, il Laboratorio Sociale di cucito creativo "La Matrioska" terrà il primo di 8 incontri per i bambini dai 6 anni in sù, presso l'Associazione Culturale Pedagogica "Qui e Ora" in via Pasubio 27 a Cagliari. 

Per informazioni e iscrizioni chiamare al:
327.0544471 o al 377.9590023
o scrivere a:
qui.eora@libero.it





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