Le Interviste: Cintia Orrù - Ceramiche e Filigrana, le novità di GhirigoriGlass.

In occasione della precedente intervista realizzata lo scorso anno e nella quale si parla della lavorazione a lume utilizzata per la realizzazione delle splendide perle in vetro di Murano di GhirigoriGlass, Cintia Orrù mi aveva anticipato di essere intenzionata a dedicare maggior tempo ed energie alle creazioni in ceramica. Mi ero quindi ripromesso di tornare nel suo laboratorio a distanza di tempo, per potervi parlare di quelli che sarebbero stati gli sviluppi della sua attività. 
Ma Cintia è un’artista alla quale piace apprendere e sperimentare sempre nuove tecniche; non stupisce quindi che nel frattempo abbia deciso di impegnarsi anche in un corso sulla lavorazione dell’argento e si stia apprestando a fare un nuovo passo che le consentirà di valorizzare ulteriormente l’attuale produzione di gioielli in vetro di Murano.

Come mai hai deciso di dare maggiore spazio alla creazione delle ceramiche? 

Lavorare la ceramica è un’altra delle mie passioni.  Il fatto di partire da una materia grezza, informe e trasformarla, mi trasmette una sensazione positiva. Mi piace prendere un pezzo d’argilla e iniziare lentamente a modellarlo con le mani; mi piace il contatto diretto con la materia: il rapporto con ciò che stai creando diventa più profondo. Inoltre, mi piace fare le cose senza fretta, per riuscire a fare un lavoro pulito e poter curare i dettagli. La stessa cura che metto nel dipingere ciascuno degli oggetti che realizzo: a partire dalla scelta dei materiali e delle tecniche utilizzate, sino ad arrivare agli accostamenti cromatici.
Adopero colori a base argillosa (engobbi) e per buona parte degli oggetti non sovrappongo il rivestimento vetroso: mi piace la caratteristica resa dei colori, che risultano vivaci ma al tempo stesso velati e che io definisco “puffettosa”, un po’ da cartoon. Trovo che il risultato che si ottiene sia assolutamente in linea con i personaggi che amo creare.



Sto comunque sperimentando anche il lucido, utilizzando la cristallina sull'argilla bianca. I colori sono sempre gli stessi, ma questa volta stesi a mo’ di acquerello. 


Per questo genere di lavorazione penso di orientarmi in futuro verso un’oggettistica di maggiori dimensioni, che può avere bisogno del rivestimento vetroso per l'impiego che se ne fa e per facilitarne la pulizia: oggetti da utilizzare in cucina, un vaso, una lampada, un orologio, una targa da collocare all’esterno, ecc.
I soggetti che amo di più e che ho realizzato in tante forme e versioni differenti sono i gufi: hanno la capacità di farmi volare con la fantasia e piacciono particolarmente anche alla maggior parte delle persone. 


Ma mi lascio ispirare anche da altri animali: pesci, balenottere, tartarughe, coccinelle, ecc.;...



...poi ci sono le casette, singole o in gruppo, che ho immaginato come un angolo di paese, e che trovo possano far parte di un’oggettistica d'arredamento particolarmente adatta alle camere dei bambini.



Penso anche di realizzare dei quadretti colorati che possano essere appesi abbinandoli in gruppo; vorrei lavorare di più sui motivi floreali; insomma, voglio sperimentare il più possibile proseguendo con la realizzazione di nuove forme, colori e lavorazioni, per poi proporli al pubblico man mano che sarò pienamente convinta dei risultati raggiunti.

Puoi darci qualche altro elemento sulla lavorazione?

Acquisto l’argilla in pani molto grandi dai quali prelevo la quantità necessaria per l’oggetto da realizzare; lo lavoro con le mani e poi lo rifinisco aiutandomi con semplici attrezzi per la creta, sino ad ottenere la forma voluta. La colorazione attraverso l’uso degli engobbi, avviene una volta che il pezzo finito ha perso parte dell’acqua e raggiunto la consistenza del cuoio, questo evita che il colore steso possa sporcarsi mescolandosi con l’argilla ancora molto umida.
La fase successiva è quella della cottura (biscottatura), per la quale è richiesta una particolare attenzione alle temperature da utilizzare, che sono differenti a seconda del tipo d’argilla e degli eventuali rivestimenti utilizzati (per la biscottatura: argilla rossa 980°, bianca 1020°); nel caso di rivestimento con la cristallina o smalti si procede a una seconda cottura (cristallina 920-950°, smalti 900-960°)
E’ necessario disporre di specifici forni professionali che oltre ad avere le dimensiono adatte per gli oggetti che si realizzano, siano in grado di garantire la gradualità, la precisione e il mantenimento costante delle temperature che sono necessarie durante l’intero processo di cottura.
A fine cottura i pezzi devono essere lasciati raffreddare in maniera lenta e graduale per evitare qualsiasi shock termico.


Di recente hai anche iniziato a fare pratica con una delle lavorazioni tipiche dell’oreficeria sarda, con l’intento di realizzare una nuova linea di gioielli con perle in vetro e argento:

Pensavo a questo abbinamento da diverso tempo, tanto che ho anche cercato un artigiano che fosse in grado di realizzare le parti in argento necessarie per alcuni dei miei progetti, ma ho rinunciato perché il costo complessivo del gioiello finito diventava troppo alto. 
Si potevano anche utilizzare degli articoli in argento che si trovano in vendita belli e pronti, cercando poi di adattarli alle mie perle: una soluzione eccessivamente vincolante che mi impedirebbe di realizzare la linea di gioielli alla quale sto pensando.
Così, non appena c’è stata l’occasione di poter fare un corso sulla lavorazione della filigrana in argento, l’ho colto al volo. 

(ndr: Nelle foto che seguono potete vedere alcuni gioielli che Cintia ha realizzato per fare pratica nella lavorazione della filigrana in argento)





Perché hai scelto proprio la lavorazione della filigrana?

Trovo la filigrana particolarmente affascinante: una lavorazione effettuata rigorosamente a mano secondo le antiche tecniche dell’artigianato artistico. Inoltre, ho visto molti punti di contatto con il tipo di lavorazione a pallini in rilievo che io amo realizzare nelle mie perle in vetro.
C’è poi il fatto che la mia natura mi spinge a cercare di migliorare continuamente le mie conoscenze e ciò che produco: aver iniziato ad apprendere i segreti di questa bellissima lavorazione rappresenta un elemento importante e decisivo per far fare un salto di qualità alle mie creazioni. Acquisendo la capacità di lavorare la filigrana sono in grado di dare il massimo spazio alla mia creatività, sviluppare dei disegni originali, creare dei gioielli esclusivi e dei pezzi unici, senza per questo arrivare a costi spropositati per il cliente.



Quanto è complessa questa lavorazione?

E’ decisamente impegnativa: parto dai grani d'argento puro per creare la lega, che una volta portata alla temperatura di fusione viene versata in una lingottiera. Una volta raffreddata la lega si ottiene una verga che viene sottoposta a un lungo processo di laminazione e trafilatura attraverso il quale si allunga e assottiglia sino a diventare un filo di pochi decimi di millimetro di spessore. 



A ogni passaggio è indispensabile provvedere a riscaldare il filo (ricottura) perché l’argento riacquisti la duttilità necessaria per continuare la lavorazione.


Intrecciando due fili d’argento si ottiene il filo granato, che attraverso il passaggio in un laminatoio a rulli piatti prende l’aspetto dentellato tipico della filigrana. 


Con il filo granato si realizzano forme di vario tipo e dimensioni che hanno molteplici denominazioni: carotigli; riccioli; panetti; rametti; rizzetti; fogliette; resche; ecc.: queste forme andranno a riempire una intelaiatura (scafo) realizzata con filo più spesso (lavorazione a giorno),...


... oppure verranno saldati su una lamina d’argento traforata (lavorazione a notte)


Il montaggio avviene grazie alla saldatura di tutti i pezzi tra loro, facilitata dall’uso del borace; segue l’eventuale ritaglio delle parti eccedenti con il traforo a mano e/o la rifinitura con la lima. A lavoro finito il gioiello viene poi sottoposto alla sbiancatura per eliminare i residui della saldatura e riacquistare il colore luminoso e brillante dell’argento.
E’ un lavoro complesso e di grande precisione: la qualità dei gioielli in filigrana sta tutta nel rispetto assoluto della lavorazione manuale e nella meticolosità dell’artigiano.

La mia prima idea è stata quella di realizzare dei pendenti, abbinando la filigrana  in argento ai miei cabochon (le perle da incastonare realizzate con una parte piatta). Per uno dei primi esperimenti ho utilizzato un supporto in lastra d’argento e il filo granato da 0,25mm. 


L’intenzione è comunque di allargare nel tempo la produzione anche verso anelli e orecchini, dedicandomi prevalentemente alla creazione di pezzi unici.


Tra le tante attività, so che hai tenuto anche dei corsi di lavorazione del vetro.

Si, alcune persone mi hanno chiesto di imparare la lavorazione base delle perle in vetro e sono veramente contenta dei risultati che hanno ottenuto alla fine del corso. E’ una cosa che mi piace fare: penso che insegnare agli altri sia una fonte importante di arricchimento personale.
Chi fosse interessato mi può contattare tramite mail:  cintiaorru@libero.it

o inviarmi un messaggio sulla chat privata della pagina facebook:  GhirigoriGlass


Per vedere la precedente intervista con Cintia Orrù sulla lavorazione a lume per la realizzazione delle perle in vetro di Murano cliccate quì




Post più popolari